E proprio il nodo degli italiani all’estero è quello che potrebbe complicare il raggiungimento del quorum: Italia dei Valori e Radicali, tra i promotori dei referendum, hanno già preparato un esposto dalla Suprema Corte per fare in modo che il risultato di questo pomeriggio venga sospeso e si proceda ad un ricalcolo del quorum; nel totale degli aventi diritto al voto, infatti, sono stati contegiati anche cittadini all’estero che non hanno mai ricevuto le schede per votare e inoltre per il referendum sul nucleare non c’è stato tempo per ristampare le schede con il nuovo quesito. La decisione definitiva ci sarà comunque giovedì con la Corte di Cassazione che dovrà effettuare la proclamazione ufficiale dei risultati, anche se in caso di quorum mancato per un soffio Di Pietro è pronto a dare battaglia in ogni sede; il leader dell’Idv è pronto presentare un ricorso alla Corte Costituzionale per conflitto di attribuzione con il governo per abuso di potere.
C’è però anche la possibilità che i risultati di oggi siano già definitivi: se, infatti, in Italia andranno a votare 25.209.345 elettori il quorum sarà raggiunto indipendentemente dal risultato del voto all’estero. Una cifra che stando alle elaborazioni fatte dagli esperti potrebbe anche essere raggiunta. Una stima pubblicata da Repubblica afferma infatti che in media il lunedì si recano alle urne una percentuali di elettori tra il 15% e il 20%: una cifra che potrebbe far arrivare l’affluenza in Italia al 55%, ovvero 25.915.094 cifra superiore al quorum richiesto.
Considerando i dati dei precedenti referendum la tendenza a un’affluenza di lunedì tra il 15 e il 20% è confermata: prendendo in esame ad esempio il quesito referendario sul nucleare del 1987 si evidenzia come alle 22 della domenica erano andati a votare il 45,7% degli elettori (la cifra che più si avvicina a quella registrata ieri) e il risultato finale dell’affluenza fu del 65,1% (quasi il 20% in più).