Silvio Berlusconi è tornato dal mare e ci tiene ad affermare che i quesiti referendari poco, anzi nulla, hanno a che fare con il futuro del Governo. Pur essendo dichiarazioni di circostanza, in tema di contenuti come non dargli ragione. La vittoria dei 4 “Si” smentirebbe decisioni prese da questa Maggioranza, ma allo stesso tempo non costituirebbe affatto un giudizio preciso sull’operato del Governo in generale. Le preoccupazioni di Berlusconi e del suo Governo sono quindi ben altre, ad iniziare da giovedì, quando è probabile un altro voto di fiducia sul Pacchetto Sviluppo in Parlamento.
E con una Lega Nord sempre più vivace, ansiosa e pronta a chiedere accelerazioni su federalismo o “bojate” come quelle dei trasferimenti al Nord dei Ministeri, si preannuncia una settimana complicata per il Cavaliere, che potrebbe trovarsi nella condizione di non saper più come tenere a freno le richieste dell’unico alleato ancora a lui fedele. E poi la riforma fiscale, con Tremonti che continua a frenare non in via di principio, ma per la mancanza di coperture economiche.
Tornando al referendum, quello che può angustiare il Presidente del Consiglio, più degli stessi risultati, che lo toccano da vicino solamente col quesito sul Legittimo Impedimento, sono i comportamenti degli stessi parlamentari e uomini politici della Maggioranza: Maroni ha annunciato di aver votato (SI) sui due quesiti sull’acqua, Moratti ed Alemanno di aver votato il quesito sul Nucleare, ha votato la Polverini, anche altri esponenti della Lega hanno fatto lo stesso, e perfino il Ministro della Difesa La Russa ha espresso tutti i suoi dubbi sull’andare a votare o meno.
Un segnale che forse per la prima volta la massima: “Forza Italia ed il Pdl in Italia sono una creazione di Berlusconi, che sprofonderà con la sua uscita dalla politica,” sembra non essere più così dogmatica ed intoccabile.
Riuscirà Silvio Berlusconi ad uscirne vittorioso e più forte anche questa volta?