I giudici non gli sono mai piaciuti e non ha certo mai fatto nulla per nasconderlo: ora però Silvio Berlusconi rischia di dover rendere conto dei suoi commenti non certo lusinghieri sulla magistratura. La Procura di Monza ha, infatti, aperto un fascicolo dopo un esposto di un cittadino e ha iscritto il Presidente del Consiglio nel registro degli indagati per vilipendio della magistratura, reato previsto dall’articolo 209 del codice penale. Gli atti dell’indagine sono stati ora trasmessi alla Procura di Monza, che ha la competenza territoriale sull’indagine in quanto è il distretto giudiziario dove Berlusconi ha la residenza.
La notizia è stata riportata dall’edizione online de ‘Il Fatto Quotidiano’ dove si legge anche che sono stati presentati diversi esposti tra cui uno da Paolo Vaccari, un venditore ambulante modenese che sulla stessa testata ha spiegato il motivo per cui ha deciso di rivolgersi all’autorità giudiziaria: “Mi sono detto che se un altro cittadino avesse detto le stesse frasi pronunciate dal Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, sarebbe stato subito arrestato. Penso che la legge deve essere uguale per tutti e mi auguro che ora la magistratura prenda in esame la segnalazione”. Nell’esposto sono citate le frasi con cui il premier, in diversi occasioni, ha attaccato la magistratura: dalle toghe rosse, ai giudici comunisti, da talebani a eversori passando per cancro da estirpare e associazione per delinquere.
Ora spetterà al Procura di Monza stabilire se archiviare la denuncia o se le dichiarazioni del Presidente del Consiglio siano passibili di indagini per il reato di vilipendio della magistratura. Nel secondo casi gli inquirenti dovranno richiedere l’autorizzazione a procedere al Ministro della Giustizia: sarà quindi il sostituto di Angelino Alfano a dover stabilire se far andare avanti il procedimento oppure no.
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Il precedente più recente di indagini per il reato ipotizzato per Silvio Berlusconi riguarda i famosi manifesti contro la Procura di Milano (“Via le Br dalle Procure”), per i quali il Procuratore di Milano, Edmondo Bruti Liberati ha presentato la richiesta di autorizzazione a procedere contro Giacomo Di Capua e Roberto Lassini. Prima di quest’ultimo caso (che ancora deve essere valutato) il Guardasigilli ha sempre negato l’autorizzazione a procedere per le indagini per il reato di vilipendio.