Santoro, record di ascolti e sfida alla Rai: resto per un euro a puntata

SantoroC’era grande attesa per l’ultima puntata di Annozero dopo che l’annuncio da parte della Rai della rescissione consensuale del contratto con Michele Santoro e le attese non sono state tradite: in apertura un editoriale che ha preso il via dal significato del senso di appartenenza alla Rai (fino a qualche anno fa motivo di orgoglio) e si è concluso con la sfida all’azienda televisiva pubblica (“sono pronto a tornare al costo di un euro a puntata”), nel mezzo la sfuriata contro Castelli (“uscite dalla Rai) e il giorno dopo il risultato degli ascolti, un vero e proprio record. Erano tutti in attesa di sentire il discorso preparato da Santoro per l’ultima puntata di Annozero, una puntata che ha superato ogni record di ascolto, diventando la trasmissione più vista su Rai Due e anche una delle più seguite del conduttore: una media di 8 milioni 389 mila telespettatori, per uno share pari al 32, 29%. Numeri importanti che fanno dire ad uno dei consiglieri di amministrazione delle Rai, Nino Rizzo Nervo, che “la Rai non può perdere Annozero nella prossima stagione” per poi aggiungere “lo straordinario e senza precedenti ascolto di Annozero ha fatto capire con chiarezza quale servizio pubblico pretende questo Paese e il vertice della Rai non può non tenerne conto”.

E di certo il pubblico è rimasto inchiodato davanti ai teleschermi per sentire il saluto di Santoro che però non ha voluto chiudere la porta ad una sua permanenza in Rai, anzi ha lanciato la sfida ai dirigenti di Viale Mazzini: “nell’accordo firmato è scritto che Santoro può continuare a collaborare con la Rai. E vorrei capire – domanda Santoro rivolgendosi al presidente Garimberti – una trasmissione come questa la volete o no? Io non ho ancora firmato con nessun altro editore. Da domani, teoricamente, potrei essere disponibile a riprendere questo programma al costo di un euro a puntata nella prossima stagione”. E chissà cosa ne pensa di questa proposta l’onorevole Castelli che ieri, dopo aver detto di “non voler pagare il canone per ascoltare uno come Travaglio”, si è visto rispondere per le rime da Santoro: “Basta, avete stufato -l’attacco del conduttore – noi non usiamo un soldo del canone. Noi finanziamo le altre trasmissioni Rai, comprese quelle che voi partiti avete imposto. Dovete uscire dalla Rai, dove lasciare libera la Rai“.

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Il pubblico in studio ha dimostrato di apprezzare lo sfogo di Santoro e anche quello a casa, visti i numeri, gli ha dato ragione. Ora tocca all’azienda di Viale Mazzini prendere una decisione: si può rinunciare ad una delle poche trasmissioni che riescono ad attrarre un numero elevato di spettatori e di introiti pubblicitari?  Si può, per qualche ordine piovuto dall’alto, fare a meno di un gruppo di lavoro che si è dimostrato capace e per di più apprezzato?

 

 

 

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