A livello mondiale il riciclaggio ha un’incidenza sul prodotto interno lordo pari al 5%; questo in base a quanto stimato dall’FMI, il Fondo Monetario Internazionale. L’Italia invece si “distingue” anche in questo caso con una percentuale doppia! Stando infatti a quanto riportato dal Notariato, citando le rilevazioni a cura dell’Osservatorio usura della Confesercenti, ed alle stime a cura dell’Eurispes, il riciclaggio in Italia “smuove” il 10% del prodotto interno lordo nazionale; trattasi, nello specifico, di una cifra compresa tra i 75,7 miliardi ed i 110 miliardi di euro.
A fronte di questi dati è interessante citare un ultimissimo Rapporto dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI) sull’economia sommersa e su come questa possa essere combattuta andando a promuovere nel nostro Paese la diffusione delle carte di pagamento, ovverosia le carte Bancomat, le carte prepagate e le carte di credito.
In particolare, l’Associazione Bancaria Italiana stima che con una maggiore diffusione del cosiddetto “denaro di plastica” in Italia si potrebbero sottrarre all’economia sommersa la bellezza di 3 punti di prodotto interno lordo nazionale, ovverosia la bellezza di 40 miliardi di euro, tanti quanti ne servono per una “finanziaria” lacrime e sangue.
Tornando al riciclaggio, il Notariato italiano ha fatto presente come da molti anni sia attivo sotto tale aspetto; dal 2009, inoltre, quello del notariato in Italia è stato il primo ordine professionale che, in materia di interposizione al riciclaggio, ha assunto ruoli e responsabilità che gli competono. Al riguardo dal luglio del 2009 è attivo un canale di comunicazione e di scambio informativo telematico con l’UIF sulle operazioni sospette a fronte della garanzia dell’anonimato da parte dei notai segnalanti.