Governo vara stop alle “ganasce fiscali”

Dopo le critiche numerosissime al comportamento del fisco, in particolare della sua agenzia di riscossione Equitalia, il governo ha annunciato il varo di provvedimenti, che mirano ad alleggerire la forte pressione a cui sono stati sottoposti i contribuenti, negli ultimi mesi, che hanno esacerbato gli animi, a causa di provvedimenti di inedita severità e spesso persino errati.

Anzitutto, è stata prevista la possibilità per i Comuni di tornare alla riscossione diretta dei tributi, che dovrebbe avvenire in modo automatico, senza leggi “ad hoc”, semplicemente facendo rinunciare a Equitalia di partecipare alle gare dal 2012, per l’assegnazione del diritto alla riscossione per conto degli enti locali.

Inoltre, è stato previsto un allungamento a 180 giorni dei tempi previsti, oltre i quali scatta l’esecutività degli accertamenti fiscali. Inizialmente, il limite era di 60 giorni, poi raddopiati in 120. Ma non sono solo i tempi a rappresentare un punto d’incontro con le esigenze dei contribuenti. Altri tre provvedimenti sono stati inseriti in agenda, sotto forma di emendamenti al “decreto sviluppo”. Uno, per importi fino a duemila euro, le cartelle esattoriali saranno preceduti da “avvisi bonari” di pagamento, in modo da consentire al contribuente di avere più tempo. Due, fino a ventimila euro, una volta scattati i termini per l’esecutività fiscale, tuttavia, essa consisterà nel pignoramento dei beni immobiliari, ma senza che essi vengano messi all’asta. Quindi, si rischia il pignoramento, ma non che la propria casa venga venduta all’incanto. Tre, verrà impedito l’anatocismo, ossia la possibilità che il contribuente sia chiamato a pagare gli interessi di mora sugli interessi già maturati.

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