L’evento si alternerà in tre giornate diverse nel corso delle quali si potrà partecipare alle diverse iniziative ad ingresso libero volute e ideate per l’Antropologia dello Sguardo. Questo titolo è stato scelto, con il preciso intento di studiare la fotografia e la sua arte, attraverso uno studio proprio quasi antropologico. Trovare tramite un obiettivo fotografico la parte vera delle immagini immortale e rese eterne per sempre.
L’evento sarà presentato al pubblico già giovedì’ 9 giugno con una conferenza stampa alle ore 10:30 al Caffè Centrale presso Corso Matteotti n. 104. Diversi saranno i luoghi e le dimostrazioni in onore della fotografia di questa intera manifestazione, venerdì 10 giugno 2011 si potrà assistere al vernissage della mostra fotografica con oggetto le opere per laboratorio fotografico Fano- Pesaro – rileggere il paesaggio delle due città- .
Nella stessa giornata del venerdì ci sarà l’inaugurazione fotografica denominata appunto Centrale fotografica, che si terrà nei luoghi particolari e suggestivi della Malatestiana.
Ma il fine settimana sarà dedicato anche alla proiezione di film dove la fotografia si è resa spesso protagonista indiscussa e affermato la sua importanza in campo cinematografico. Nella giornata del sabato 11 giugno 2011 alle ore 10:30 sarà di fatti proiettato il film “La macchina ammazza cattivi” di Roberto Rossellini del 1948 in sala che potrà ospitare un numero massimo di 30 ospiti.Si terrà alla Mediateca Montanari- Memo, in piazza P.M. Amiani.
Nello stesso luogo alle ore 15:00 sarà la volta del film “Blow Up” di Michelangelo Antonioni. Invece alle 11:30 sempre della stessa giornata ci sarà la presentazione di un nuovo progetto della “Centrale Fotografia“, sul corso di fotografia Fano-Urbino, – luoghi e vie di comunicazione- . Si proseguirà fino a domenica con le proiezioni di altri film illustri che hanno fatto tal volta la storia del cinema.
Gli ospiti d’onore che accompagneranno queste tre giornate interamente dedicate alla fotografia saranno Mario Cresci e Paola di Bello. Il primo nel suo lavoro ha sempre ricercato la natura, cercando di catturarla con le armi visive in suo possesso. Paola di Bello incentra il suo lavoro porgendo il suo sguardo sempre verso le problematiche socio-politiche della vita contemporanea, riuscendo ad entrare spesso dove il disagio umano è vero e reale.