Non si starebbe perdendo tempo in casa PDL. Dopo la nomina ufficiosa del Guardasigilli Angelino Alfano a segretario politico nazionale, adesso è tempo di mettersi a lavoro, mettendosi alle spalle le chiacchiere. E il clima è quello costituente, di chi sa che sta per costruire finalmente un partito vero. E così, se ufficialmente il Popolo della Libertà è nato da oltre due anni, tutti sanno che nei fatti il partito era ancora congelato, formale, ma nella sostanza inesistente. Quindi da oggi niente più perdita di tempo. Alfano, fosse per lui, le primarie le vorrebbe pure per fare decidere il colore della cravatta agli elettori; di certo ci saranno per scegliere i candidati alle amministrative e per i coordinatori locali, si dice; qualche dubbio ancora per la scelta del candidato premier nel 2013, ma questo solo perchè ufficialmente Berlusconi non si è ritirato dalla corsa, sebbene quasi certamente non correrà più per Palazzo Chigi. E a quel punto, le primarie ci sarebbero di sicuro.
Ma, a differenza di quelle del centro-sinistra, qui si vorrebbero primarie vere, all’americana. Ossia, in caso di scelta del candidato premier del 2013, non ci sarà un big contro pincopallino, ma dovranno scendere nell’arena tutti i grandi del partito o della coalizione e confrontarsi senza esclusione di colpi. Solo così si potrà evitare di far fare agli elettori scelte obbligate, non convinte. E già si pensa a una lotta tra Alfano, Alemanno, Tremonti, forse anche Maroni, Formigoni.
Di certo, l’idea è di creare regole certe, di evitare di fare una grande pagliacciata, per cui si possa votare una o più volte ai seggi allestiti per le primarie, magari con numerosi intrusi dell’altro elettorato, che vota solo per creare caos. E così, si pensa di istituire un registro delle primarie, da affidare forse a un organismo pubblico di controllo, che certifichi che chi è iscritto, non lo faccia più volte. Sarebbe in fase di preparazione la proposta di una legge istitutiva delle primarie, con regole ben definite.
Ad ogni modo, dal PDL si farebbe avanti l’ipotesi di fare votare “tutti” gli elettori della coalizione, non solo quelli strettamente del PDL. Per questo, a nord potrebbero partecipare i leghisti, così come in tutta Italia quelli de La Destra, magari forse anche di UDC. Quel che importa è che la scossa il PDL l’ha avuta!