Nelle scorse settimane la Terza sezione della Corte di Appello del Tribunale di Palermo ha rimesso in libertà, a causa delle decorrenza dei termini di custodia cautelare, quattro uomini condannati in appello per aver aiutato Bernando Provenzano nella sua latitanza. Si tratta di Gioacchino Badagliacca, che secondo la sentenza di appello ha messo a disposizione al boss di Cosa Nostra la sua carta d’identità per alcune schede telefoniche; Gimpiero Pittaresi, che aveva accompagnato Provenzano a Marsiglia dove è stato operato ad una spalla e alla prostata; Vincenzo Paparopoli, che partecipò ai festeggiamenti per il ritono a Villabate del numero uno della mafia; l’ultimo èVincenzo Alfano, perl’accusa un prestanome del boss. I quattro erano stati arrestati nel 2006 e nel luglio 2009 avevano ricevuto la condanna nel processo d’appello a sette anni e mezzo i primi due e sei anni e otto mesi Paparopoli e Alfano. Per completare l’iter processuale c’è da attendere la sentenza della corte di Cassazione che però dal 2009 a oggi ancora non è arrivata e allora ecco che i giudici della Corte di Appello sono stati costretti a scarcerare i quattro presunti “fiancheggiatori”.
La notizia è stata resa pubblica soltanto ieri dal Giornale di Sicilia ed immadiate sono scattate le polemiche con il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione antimafia, che parla di fatto “inacettabile. Non si possono rimettere in libertà quattro mafiosi, accusati di aver favorito Provenzano, per decorrenza dei termini. È una pecca del nostro sistema giudiziario che ha già consentito a diversi mafiosi di farla franca. Il governo – conclude Limia – deve individuare il modo per evitare che i boss possano usufruire di scappatoie”. E proprio al Governo si rivolge l’Italia dei Valori con un’interrogazione al ministro della Giustizia, Angelino Alfano, e al ministro degli Interni, Roberto Maroni, per ricevere spiegazioni sulle scarcerazioni disposte per decorrenza dei termini e per sapere con quali interventi normativi l’esecutivo ha intenzione di porre rimedio a questa falla della giustizia italiana.
Maurizio Gasparri respinge invece le critiche dell’opposizione e punta il dito contro i giudici: “È avvilente – dichiara l’esponente delPdl – che mentre noi agiamo per liberare il Paese dalla criminalità organizzata, intoppi della giustizia consentano a quattro fiancheggiatori di Bernardo Provenzano di essere scarcerati. Non vorrei che ciò fosse il risultato dell’incuria”.