Quanto alle privatizzazioni, l’accordo con la UE è stato raggiunto, in seguito all’accettazione da parte del governo di Papandreou della necessità di istituire un’agenzia privata, a cui affluiranno tutti i relativi proventi, in modo da rafforzare le garanzie che i soldi vadano a finire nelle mani giuste e vengano utilizzati per ridurre l’altissimo debito, non in altri rivoli.
Quella di ieri non sarò l’ultima fetta di aiuti europei, ma già dal mese prossimo la Grecia ha richiesto ulteriori aiuti, altrimenti non sarebbe in grado di onorare le scadenze di metà luglio. Una situazione, che spinge i Paesi dell’Unione a parlare dei nuovi aiuti già tra un paio di settimane, con la previsione di sganciare altri 60-85 miliardi da ora fino al 2014.
Con la tranche dei 12 miliardi di ieri, la Grecia ha evitato per l’ennesima volta di dovere dichiarare bancarotta. Tuttavia, la situazione rimane precaria e la liquidità dello stato ellenico è scarsa. Tutto è aggravato poi dalla debolezza del governo, pressato dalle piazze, le quali manifestano contro il piano di austerità necessario al risanamento dei conti.