Si sta risvegliando nel dopo-amministrative di lunedì scorso tutto il popolo dei moderati, che forse mai fino ad oggi aveva fatto sentire la propria voce, come sta avvenendo in questi giorni. C’è voglia di dire la propria, di spiegare perchè il PDL ha deluso, del perchè in città come Milano si è restati a casa anzichè andare a votare per il proprio candidato. Ognuno ha le sue motivazioni, ma se poi si raggruppano tutte insieme, le ragioni restano fondamentalmente le stesse: troppe chiacchiere e pochi fatti, in questo governo. C’è la delusione di chi vede aumentare le bollette, mentre la disoccupazione sale. C’è chi è rimasto deluso dall’atteggiamento del premier sulla guerra in Libia, che ha portato in Italia migliaia di immigrati clandestini, nel bel mezzo di un’economia in difficoltà; Berlusconi e la sua maggioranza vengono accusati di avere avuto poco coraggio, di essersi accodati alla sinistra nella gestione della guerra, pur di evitare le critiche. E sul versante del malcontento, c’è chi ricorda che le opere pubbliche sono al palo e che poco si sarebbe fatto sulla sicurezza. Tutte opinioni espresse dai lettori de “Il Giornale”, uno dei veri quotidiani di riferimento del nocciolo duro dell’elettorato di centro-destra, in particolare del PDL.
Delusione, tanta. Che non significa che hanno abbandonato il PDL, ma molti confermano di avere voluto inviare un segnale. E pare ci siano riusciti. Emerge la volontà di avere i fatti, non le parole, e viene chiesto a Berlusconi di parlare di meno, perchè loro lo capiscono, ma non ci sarebbe bisogno di esternare tutto ciò che gli passi per la testa. Non c’è bisogno, perchè i suoi elettori sarebbero ancora in sintonia con il suo agire; ma, come spiega qualcuno nelle email al quotidiano, c’è voglia di politici veri, seri. Berlusconi ha avuto il merito di non essere un politico, di ragionare diversamente, ma questo si starebbe trasformando in un suo limite, qualora non riesca ad affrontare le situazioni di questi mesi con gli occhi di un politico.
Non certo la nostalgia della politica politicante della prima repubblica, quanto la voglia di vedere persone nel proprio PDL, in grado di essere “presentabili” come politici. Gli anni Novanta sono finiti. C’è voglia di cambiare!