Si è rivelato solo un falso allarme la notizia, pubblicata dal quotidiano di lingua tedesca Dolomiten, del ricovero, per aver contratto l’infezione dovuta al batterio dell’Escherica Choli, di un turista tedesco. La smentita arriva dalla direzione sanitaria dell’Ospedale di Merano, dove il turista si era presentato per problemi intestinali; i medici hanno affermato che è “escluso che il turista tedesco ricoverato a Merano abbia contratto una infezione dal batterio E.coli” e che il “paziente ha un altro tipo di infezione intestinale”. E c’è qualche preoccupazione anche a Firenze, dove la scorsa notte è morta nella sua casa di Sesto Fiorentino una donna di 62 anni: la Procura ha disposto l’autopsia mentre l’Azienda Sanitaria Locale ha dato il via ad un’indagine epidemiologica, anche se entrambe rassicurano affermando che ci sono poche probabilità che la morte possa essere collegata al batterio killer.
Intanto in Germania continuano le indagini volte a chiarire da dove possa essere originato il batterio; al momento sono due le possibili fonti da cui ha preso il via il contagio: la festa per l’anniversario del porto di Amburgo e un ristorante di Lubecca. A parlare dei festeggiamenti che si sono svolti ad Amburgo è il settimanale Focus che mette in evidenza come una settimana dopo i tre giorni di festa (6-8 maggio) si siano avuti i primi episodi di dissenteria: un tempo di incubazione che rispecchia in pieno quello dell’infezione. L’altra ipotesi è invece riportata dal quotidiano Luebecker Nachrichten secondo cui tutto ruota intorno ad un ristorante di Lubecca dove si sono riscontrati il maggior numero di contagi, 17. La ricostruzione fornita dal quotidiano è stata però smentita dal governo della regione Schleswig-Holstein, secondo cui i contagi si sono avuti in diversi stati della Germania.
Secondo le cifre fornite dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità sono 1.836, i casi finora accertati di persone contagiate dal batterio killer, 103 dei quali al di fuori della Germania. Le nazioni coinvolte, oltre a quella tedesca, sono 12 tra cui anche gli Stati Uniti, dove nei giorni scorsi sono stati accertati due casi collegati all’epidemia originata dalla Germania. Al momento le vittime sono 20, con 19 decessi in Germania e 1 in Svezia mentre sono 552 i casi più gravi.