Nominato segretario politico nazionale, la cui ufficializzazione della nuova carica avverrà il 18 e il 19 giugno, quando sarà convocata l’assemblea nazionale del Popolo della Libertà, Angelino Alfano ha commentato positivamente la proposta di introdurre il metodo delle primarie per la scelta sia dei candidati per gli appuntamenti elettorali, sia degli stessi coordinatori locali. Una volontà di cambiare metodo di selezione della classe dirigente del partito e dei candidati, dopo il flop delle ultime amministrative. C’è molta voglia di cambiare nel PDL e forse la scoppola di cinque giorni fa sarà servita per fare emergere tutte quelle proposte e tutti quei sentimenti prima celati per paura di incorrere nella “lesa maestà” o in quanto sarebbero di fatto caduti nel vuoto. Adesso, la volontà di aprire alle primarie viene proprio dall’alto, da quel Berlusconi che le ritiene ormai un modo per vivacizzare il partito e per ridare linfa a un PDL incancrenito a livello locale soprattutto in personalismi e faide che hanno avuto come risultato evidente il disastro elettorale.
Adesso non ci sarebbero più remore, avendo il partito toccato il fondo, e pare che la questione si sia spostata dal “se” al “come”. Già in collegamento a “Mattino Cinque”, il premier aveva invitato ad evitare che coloro che abbiano il diritto di voto alle primarie del PDL siano infiltrati di sinistra. E, in effetti, il rischio c’è e consiste nella possibilità che senza regole si possano truccare i risultati, soprattutto in sede locale, dove tutto è poco controllabile.
Per questo Berlusconi chiede una sorta di registro degli elettori, che dovrebbe consistere nell’iscrizione volontaria di quanti si ritengano elettori del centro-destra. Una cosa simile succede negli USA, ma lì il registro vale persino per le elezioni vere e proprie, ossia si va a votare nella sede in cui ci si è registrati, ovviamente avendo il diritto di votare comunque il partito che si desidera.
E’ un concetto che anche Alfano condivide e che annuncia di volere trasformare in fatti, attraverso la convocazione dei congressi comunali per decidere i coordinatori locali del partito, anch’essi con il metodo delle primarie, concentrandosi in queste settimane alla scrittura delle regole, che servano a dare ordine alla materia, evitando che il voto si trasformi in una sorta di controllo di pochi, in stile “prima repubblica”, come avverte il Guardasigilli. La via del cambiamento si è ormai aperta.