Draghi vede positivo su banche italiane

Nelle sue Considerazioni Finali, le ultime da governatore di Bankitalia, vista la partenza per Francoforte per fine ottobre, per ricoprire la carica di Presidente della BCE, Mario Draghi ha voluto soffermarsi parecchio sul sistema bancario italiano e come ha più volte fatto da presidente del Financial StabilityBoard, egli ha ricordato come le banche italiane abbiano retto molto meglio di altre all’urto violentissimo della crisi economica e non si siano rese necessarie azioni di salvataggio, a differenza di molti altri stati.

La nota positiva per il 2010 riguarda, secondo il governatore, l’aumento di capitale delle banche italiane di 11 miliardi, che permette al nostro sistema di avvicinarsi all’obiettivo di Basilea3 per il 2019. Già quest’anno, inoltre, ricorda Draghi, le banche hanno aumentato i loro impieghi verso le imprese (+5,2% nel primo trimestre), diminuito le sofferenze e hanno sostenuto il mondo delle imprese anche con la rinegoziazione dei prestiti.

La ricapitalizzazione delle nostre banche, sottolinea, è un fatto positivo per l’economia nel suo complesso, in quanto permette alle stesse banche di erogare maggiore credito alle imprese, di ridurre il rischio e attutire le eventuali difficoltà.

Un altro cruccio del pensiero di Draghi riguarda poi le istituzioni cosiddette “too big to fail“, ossia quei colossi bancari o finanziari, considerati troppo grandi per fallire. Draghi, anche nelle vesti di numero uno del FSB ha sempre sostenuto, invece, che queste debbano poter fallire e bisogna trovare quelle soluzioni idonee, in termini soprattutto di vigilanza, per evitare che vi siano ripercussioni sistemiche, nonchè attraverso l’aumento della trasparenza su tutti quei soggetti oggi non regolamentati, che però intervengono nel settore creditizio.

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