Il Presidente del Consiglio nella conferenza stampa tenuta al fianco del prossimo segretario del Pdl, Alfano, va all’attacco: “tenaglia mediatica che è tutta contro di me. Tutti, giornali e televisioni. Solo le reti Mediaset non sono contro (forse Berlusconi non ha mai visto il TG1, ndr). Ho visto dei servizi micidiali, uno di Annozero me lo hanno fatto vedere in cassetta: è chiaro che chi non avesse equilibrio critico vedendo quel servizio non avrebbe mai potuto votare per noi a Milano. Di questo – l’assicurazione del premier- ce ne occuperemo in Parlamento perché non accada più”. Eccola quindi la strategia di Berlusconi per uscire dalla crisi che sembra coinvolgere il suo partito e la coalizione che sostiene il governo: nulla a che vedere con il rilancio dell’economia, nessun intervento che metta fine alla forte disoccupazione (soprattutto giovanile) che attanaglia il paese, in particolar modo il meridione. La ricetta per far ripartire il Pdl è una legge che imbavagli le televisioni e i giornali che non si allineano alla volontà del Governo.
Se quindi il popolo con le elezioni voleva mandare un messaggio ai governanti, un invito a pensare ai problemi che affliggono il paese e che sono quasi scomparsi dal dibattito politico, tutto racchiuso in leggi sulla giustizia che servono ad annullare gli effetti dello scandalo di turno e in spartizioni di poltrone per mantenere in vita il governo, questo sembra non essere stato colto dal premier. Lui, anzi, ritiene che il Governo ha fatto un miracolo ad aver “tenuto i conti in ordine senza introdurre misure punitive verso i cittadini” e se gli elettori hanno espresso un voto contrario alla maggioranza la colpa è sempre e solo di quei giornali e delle televisioni che danno “una visione distorta della realtà”.