Arabia Saudita, libera la ragazza che ha osato guidare

Manal SharifHa riconquistato la libertà dopo nove giorni di galera ma ha dovuto rinunciare alla sua lotta:  Manal al Sharif, la ragazza arrestata in Arabia Saudita per essersi messa alla guida di un’autovettura è tornata in libertà ma ha pubblicato (probabilmente costretta) una lettera in cui definisce il suo gesto un errore e rinuncia alla sua lotta per far ottenere alle donne la possibilità di guidare da sole. Manal era stata arrestata qualche settimana fa perchè sorpresa a guidare nelle strade della città di al-Khobar, nell’est del regno saudita. La ragazza era consapevole del rischio che correva (in Arabia Saudita c’è il divieto delle donne di prendere la patente) e anzi cercava con la propria azione di dare un segnale alle altre donne saudite per unirsi alle attiviste che lottavano contro il divieto. Manal Sharif ha però pagato con la galera la sua voglia di lottare per un ottenere un proprio diritto e ora fa marcia indietro con un comunicato pubblicato sul giornale Al-Hayat in cui dice di aver commesso un errore e di rinunciare a proseguire sulla strada dell’impegno per far decadere il divieto di prendere la patente per le donne.

Manal nel comunicato si definisce “una donna musulmana e saudita impegnata nell’accontentare il suo Signore e ascoltare il proprio paese. Continuerò a fare solo questo e chiedo ad Allah di permettermi di seguire saldamente la strada del Corano, della Sunna e del monoteismo”. Parole di tutt’altro spessore rispetto a quelle che accompagnavano uno dei suoi video pubblicati su youtube, dove mentre era al volante di un’auto dichiarava: “Quale sarebbe il danno se coronassi il mio sogno?”

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Il dietrofront, probabilmente condizionato, della giovane saudita però non spegnerà il movimento di ribellione che sta coinvolgendo sempre più donne: in Arabia Saudita si moltiplicano, infatti, gli episodi di donne che infrangono il divieto e si mettono alla guida delle auto e sul web dilagano i video di donne saudite che si riprendono mentre guidano. Nonostante quindi abbia abbandonato la lotta, il sacrificio di Manal Sharif, i suoi 9 giorni passati in cella sono serviti a far nascere tra le proprie connazionali la voglia di lottare per ottenere il diritto di prendere la patente e la libertà di guidare senza il rischio di essere arrestate.

 

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