Il Friuli Venezia Giulia, ma anche la Lombardia, la Regione Veneto e la Puglia. Sono queste le Regioni italiane che più delle altre sono state maggiormente colpite dalla crisi finanziaria ed economica in termini di perdita di prodotto interno lordo (Pil). A rilevarlo è la CGIA di Mestre in accordo con un’elaborazione effettuata dal proprio Ufficio Studi, e da cui è altresì emerso come la crisi abbia colpito in maniera non indifferente, con un calo del Pil sopra la media nazionale, anche la Campania, la Sardegna e la Regione Umbria. Per arrivare a tutto ciò l’Associazione degli artigiani mestrina è andata a confrontare il valore aggiunto economico regionale nel 2010 rispetto al mese di luglio 2008, quando ancora la crisi finanziaria prima, ed economica ed occupazionale poi, non aveva ancora manifestato i suoi effetti nefasti.
Sotto la media, ma sempre con valori di Pil perso rilevanti, ci sono invece il Molise, il Trentino Alto Adige, le Marche e la Regione Toscana a fronte comunque di una caduta del valore aggiunto che non ha risparmiato nessuno, dalle Regioni più ricche a quelle “storicamente” più in difficoltà del Mezzogiorno.
Secondo quanto dichiarato da Giuseppe Bortolussi, direttore dell’Ufficio Studi della Cgia di Mestre, a livello geografico e territoriale la crisi economica ha maggiormente colpito nel nostro Paese quelle aree dove è più diffuso il settore manifatturiero. Questo perché con la crisi s’è avvertita, ancor più aspramente, la concorrenza internazionale a fronte di radicali cambiamenti tecnologici e delle realtà produttive che in molti casi hanno colto le PMI italiane impreparate.