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Amministrative, da domani si volti pagina

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Giuseppe Timpone

Ancora oggi e domani, per smaltire anche quest’ultimo turno delle elezioni amministrative. Da domani sera sapremo chi avrà vinto in tutti i comuni chiamati, i cui elettori sono stati chiamati al ballottaggio per scegliere il loro sindaco per i prossimi cinque anni. Le sfide più interessanti sono ovviamente Milano e Napoli, che rappresentano anche il polso della situazione politica a livello nazionale. A Milano, il sindaco uscente di centro-destra, Letizia Moratti, sfida il candidato del centyro-sinistra, Giuliano Pisapia. La sinistra attende con spasmodico interesse l’esito di Milano, perchè sarebbe la prima volta che conquisterebbe la capitale economica d’Italia e lo farebbe con un uomo della sinistra radicale (Pisapia appartiene a Sinistra e Libertà di Nichi Vendola). Anche il centro-destra guarda con attenzione a Milano, ma in caso di sconfitta il premier ha già chiarito che non ci saranno ripercussioni sul governo nazionale.

Intanto è chiaro che se il PDL vincesse a Milano e a Napoli, con Moratti e Lettieri, ci sarebbe un rinvigorimento, dopo la delusione del primo turno. Otterrebbe, oltre tutto, una vittoria, in una città come Napoli, che non ha mai governato. Al contrario, se perdesse in tutte e due le realtà, si troverebbe a gestire una situazione penosa da un punto di vista della tenuta del consenso sul territorio ed esploderebbero molti malumori interni al partito, con il rischio di una vietnamizzazione della vita del movimento.

L’altro scenario sarebbe una vittoria a metà: si vince in una città e si perde nell’altra. Certamente, sarebbe un caso meno drammatico per il PDL, ma perdere una città simbolo come Milano non sarebbe facilmente digeribile, così come perdere Napoli, dopo l’azione del governo sui rifiuti nel 2008, vedendo andare al potere Luigi De Magistris, a capo della stessa coalizione che guida la città da 18 anni, sarebbe uno schiaffo morale troppo forte per il premier.

Per questo, comunque vada a finire, Berlusconi non potrà che prendere atto che il suo partito non funziona, che è nelle mani sbagliate, che è rappresentato da facce che non incutono fiducia nè simpatia. Se davvero Silvio vuole bene ai suoi elettori, deve rivoluzionare i quadri nazionali e rivoltare come un calzino quelli locali.

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Giuseppe Timpone