LA VICENDA – L’inchiesta che ha portato alla condanna di Fazio prende avvio il 2 maggio 2005, quando la Procura di Milano apre un fascicolo contro ignoti per aggiotaggio sull’Opa di Bpl ad Antonveneta. La vicenda ha inizio nel gennaio del 2005 quando Bpi annuncia di aver superato il 2% del capitale della banca veneta, che aveva come maggior azionista l’olandese Abn. Nel febbraio dello stesso anno la banca lodigiana riceve il permesso dalla Banca d’Italia per salire al 15% e poi fino al 29,9%. Ad aprile il gruppo guidato da Fiorani raggiunge il 40% e l’Abn presenta degli esposti sulla rapidità con cui sono concesse le autorizzazioni. Le indagini convincono gli acquirenti che Fazio forniva informazioni privilegiate a Fiorani, grazie alle quali l’ad di Bpi riusciva ad acquisire azioni di Antonveneta. Celebre la telefona intercettata tra Fiorani e l’ex governatore in cui il numero uno di Bpi disse a Fazio “ti bacerei in fronte”.
REAZIONI – L’ex numero uno della Banca d’Italia è sorpreso dalla sentenza della corte milanese ma si limita a dichiarare di aver sempre operato per il bene comune e aggiunge: “Sono convinto che questa sentenza vada riformata”.