“Certo l’ho detto anche agli altri, l’ho detto a tutti i leader cosa succede in Italia. E’ mio dovere informarli” sbotta fiero Berlusconi, che aveva in premessa accennato il classico repertorio utilizzato anche nella campagna elettorale per le amministrative, denunciando ancora una volta “il tentativo di colpirmi, anche sotto il profilo patrimoniale, con la sola logica di togliermi dalla scena politica per aiutare la sinistra che non ci è riuscita con il voto”.
Non si è fatta attendere la reazione della Fnsi (Federazione Nazionale della Stampa Italiana) per bocca del suo presidente Roberto Natale: “La vergogna è nel comportamento di un capo del governo che si vanta di avere il record di presenze ai vertici internazionali, ma non ha ancora imparato dai leader degli altri paesi il rispetto per l’informazione”.
Ma nel coro di disapprovazione ai danni di Berlusconi che ha visto le opposizioni all’attacco e gli esponenti della maggioranza invocare addirittura una “comprensione per lo stato d’animo” del presidente del Consiglio, una curiosa quanto spontanea iniziativa è passata un pò in sordina, avente come protagonista ancora una volta il “popolo della rete“.
Oltre 4 mila italiani (per ora) si sono sentiti in dovere di scusarsi per la “brutta figura” fatta dall’Italia a seguito delle esternazioni del cavaliere ed hanno commentato l’ultimo post sulla pagina facebook di Barack Obama al grido di “Silvio Berlusconi is not speaking in my name, sorry Mr. President” (Silvio Berlusconi non parla a mio nome, spiacenti Signor Presidente) inventandosi tutte le variazioni possibili ed immaginabili sul tema. Non è mancato chi è passato dal serio allo scherzo cominciando a dire che comunque, come sempre, “è tutta colpa di Pisapia“.
La pagina Facebook del settimanale cattolico “Famiglia Cristiana” nel suo piccolo ha pensato di metterci una intelligente chiosa pubblicando un sondaggio dal titolo “Secondo voi quanto interessano a Obama i problemi di Berlusconi con i giudici?” (Risposte: Molto, Poco, Nulla”). Il risultato? Piuttosto scontato: la quasi totalità dei votanti si è espressa per il “nulla”.