In questo periodo è veramente molto facile parlare di sicurezza in campo informatico. Gli eventi del momento stanno facendo riflettere molti utenti su come i nostri dati segreti possano diventare di dominio pubblico in pochissimo tempo. A volte si tratta di casi in cui la situazione non dipende da noi (come il caso Play Station Network) ma in tanti altri, la situazione dipende dalle scelte che effettua l’ utente in fatto di applicazioni.
Infatti, abbiamo parlato poco tempo fa, del fatto che molte applicazioni (sia di App Store che di Android Market) richiedano permessi che non sono proprio indispensabili al fine della buona riuscita dell’applicazione. Questo potrebbe essere un segno che l’ applicazione è poco attenta alla privacy dell’ utente (anche se questo non significa necessariamente che l’applicazione sia dannosa, anzi).
Di recente su questo aspetto è intervenuto il senatore democratico Al Franken, il quale avrebbe scritto ai CEO di Apple e Google una serie di lamentele dovute proprio alla mancanza di attenzione al problema della privacy.
In questa lettera, il senatore Franken, ha messo in evidenza il fatto che nè App Store nè Android Market richiedono “che le varie app presenti negli store siano dotate di specifiche policy in materia di privacy. Di conseguenza, una porzione significativa (potenzialmente la maggioranza) di queste applicazioni non ha previsto alcuna tutela”. Il senatore americano non ha parlato a caso, visto che la sua tesi è confermata da alcuni dati recenti pubblicati da Trust e Harris Interactive, secondo i quali solo il 19% delle 340 applicazioni più scaricate su App Store e Android Market contiene un apposito link alle privacy policy, a cui fa riferimento il senatore!