E l’ultima volta di Emma per l’apertura dell’assemblea ripercorre tutte le richieste e le analisi che nel corso di questi quattro anni la sua Confindustria ha proposto e avanzato alla politica e all’opinione pubblica.
Il presidente parte dalle cifre: dopo la recessione, l’Italia è tornata a crescere poco sopra l’1%, mentre in Germania quest’anno si dovrebbe chiudere al 4,9%. Il Paese cresce poco e con questo ritmo si rischia di non potere abbassare il tasso di disoccupazione a livelli soddisfacenti, ma semmai di riassorbire solo i cassintegrati.
Per favorire la crescita, dunque, occorrerebbe, secondo il rappresentante di via dell’Astronomia, una politica di riforme, come quelle del fisco, per diminuire le tasse sui cittadini, e le liberalizzazioni, per avere più concorrenza e maggiore sviluppo dei mercati.
Marcegaglia critica il clima di scontro perenne tra maggioranza e opposizione, rimarcando come questa opposizione non sia credibile, fin tanto che non si darà un profilo riformatore, essendo schiacciata da spinte massimaliste.
Emma, tuttavia, riconosce i buoni risultati dell’azione di questo governo, come la riforma dell’università, che mette al centro la formazione, indispensabile per la crescita; così come il sostegno alle reti di impresa.
Infine, si autocompiace dell’azione della Confindustria, che in questi mesi ha cercato, grazie a un forte dialogo con le banche, di superare l’ostacolo del cosiddetto “credit crunch”, che limita le potenzialità di sviluppo delle imprese italiane.