Altro che parole che screditano l’immagine dell’Italia nel mondo, altro che gettare fango sul nostro paese: Berlusconi cerca di spiegare a tutti i capi di stato stranieri come stanno veramente le cose qui da noi, in modo che le azioni dei magistrati non possano provocare danno all’Italia. A dirlo è lo stesso presidente del Consiglio, nella conferenza stampa tenuta a Deauville al termine del G8. Il premier parla del breve dialogo avuto ieri con il presidente degli Stati Uniti (“in Italia c’è quasi una dittatura dei magistrati“) e non rimangia nulla di quanto fatto, anzi: “Ho il dovere ogni volta che posso – afferma Berlusconi davanti ai giornalisti di tutto il mondo – di spiegare a tutti la situazione che c’è in Italia anche per salvaguardare la nostro credibilità”; e subito dopo ecco l’attacco ai giudici, che ormai quasi non fa più notizia: “In Italia non si può più tollerale l’interferenza di alcuni magistrati della pubblica accusa nei confronti dei rappresentanti del popolo democraticamente eletti. Quando tornerò in Italia parlerò ancora di giustizia perché si deve sapere – ha aggiunto il Presidente del Consiglio – a quale persecuzione sono sottoposto e che c’è una parte della magistratura che mi aggredisce anche sotto il profilo patrimoniale con una sentenza che ha la sola logica di favorire i miei avversari politici, la sinistra“. E a sostegno del premier era intervenuto in precedenza il ministro degli esteri Frattini secondo cui le parole dette ieri da Berlusconi sono l’indice della grande sofferenza provocata da “200 processi subiti in 17 anni senza mai una condanna”.
E’ un presidente del Consiglio che quindi pensa al bene comune, alla credibilità del nostro paese agli occhi dei leader mondiali quello che strappa una conversazione di due minuti a Barack Obama per spiegargli come in Italia sia in vigore una “quasi dittatura” delle toghe rosse, che lo perseguitano da anni impedendogli di fare le riforme necessarie a far ripartire l’Italia.
Già! Berlusconi pensa solo ai suoi cittadini quando infanga con teorie che finora non hanno mai trovato fondamento una dei poteri più importanti della Repubblica italiana. E quasi ci viene voglia di ringraziarlo anche per tutte le leggi, come il legittimo impedimento, fatte solo per salvaguardare il popolo dal rischio di una dittatura dei giudici (quelli comunisti, ovviamente).