Ma l’outlook viene peggiorato anche su Cassa depositi e prestiti e Poste Italiane. Sulla prima pesa la forte connessione con il le decisioni politiche, essendo una società a carattere pubblico, sebbene la stessa agenzia ritiene che nel caso ci fossero gli scenari negativi prevedibili, il governo interverrebbe, integrando la Cdp con risorse aggiuntive (ma allora perchè la minaccia di declassamento?).
Come era successo qualche giorno fa con il debito pubblico, anche sulle banche italiane, malgrado la maggiore severità di giudizio, il rating non muta. E dall’Italia si commenta con un certo fastidio alla presa di posizione di S&P, che non è stata seguita dalle altre due agenzie internazionali, Fitch e Moody’s, i quali, invece, confermano sia il loro outlook che il rating sul sistema-Italia.
Tremonti ha già ribadito che i conti sono a posto e che si tenderà al pareggio di bilancio nel 2014. Immediata la reazione delle borse, con i titoli coinvolti dalla minaccia di “downgrade” che hanno perso terreno a Piazza Affari, salvo poi ridimensionare le perdite, le quali, paradossalmente, sono state più alte per gli altri titoli bancari non coinvolti dal giudizio di S&P.