L’improvvisa accelerazione di Bossi nel proporre questo tema autorizza da un lato a pensare che cominci a tirare aria di elezioni anticipate e dall’altro che il Carroccio stia attentamente riconsiderando l’alleanza con il Pdl, anche alla luce delle recenti frizioni e batoste elettorali alle amministrative.
La buona notizia è che la proposta riceve un plauso trasversale dall’opposizione, in primis da Pd, Udc e Fli. Parla di “legge scandalosa” Pier Luigi Bersani, riferendosi a quella in vigore, e chiarisce: “Ho sempre detto e lo ripeto che noi parliamo con tutti se si tratta di modificarla“. Massimo D’Alema è invece perplesso nel constatare l’apertura ad un tema che fino ad oggi per il centrodestra berlusconiano era un vero e proprio tabù, ma conferma la massima disponibilità, anzi auspica che prima delle prossime elezioni nazionali le regole effettivamente cambino: “Questa legge elettorale è veramente il peggiore dei mali, sottrae ai cittadini il potere di scegliersi il proprio rappresentante, una legge che affida il potere ai capi dei partiti”.
Il neonato partito di Gianfranco Fini è altrettanto lieto di accogliere la novità, affidando ad Italo Bocchino e Carmelo Briguglio la sua posizione: “Fli e il terzo polo sono pronti a sedersi al tavolo per parlare delle nuova legge elettorale” dice Briguglio e aggiunge: “Anche se sarebbe auspicabile il contributo di tutti, compreso il Pdl, se Bossi vuole cambiare questo bipolarismo artificiale, in Parlamento troverà comunque una maggioranza per farlo“. Anche Pierluigi Mantini dell’Udc si esprime con parole simili e parla di una “netta maggioranza parlamentare” pronta insieme alla Lega alla modifica della normativa “con o senza un nuovo governo” si spinge a dire.
Ma non è solo il «Mattarellum» ad attrarre i leghisti, si guarda anche al sistema tedesco (proporzionale/uninominale con sbarramento) ed alla introduzione del meccanismo di “sfiducia costruttiva” ossia l’impossibilità da parte del parlamento di votare la sfiducia al governo in carica se non concede contestualmente la fiducia ad un nuovo esecutivo.
Altro giro, altra corsa, si annuncia un dopo-ballottaggi piuttosto effervescente.