Congresso USA, ovazioni per Netanyahu sconfessano linea Obama

Alla fine, anche il premier israeliano Benjamin Netanyahu potrà vantare di avere parlato davanti al Congresso USA, dopo essere stato invitato dalla maggioranza repubblicana a tenere un suo discorso. E il premier di Tel Aviv ha fatto ingresso al Congresso ieri sera, pronunciando un discorso, divenuto molto atteso e non più scontato, dopo l’evidente scontro che egli ha avuto quasi una settimana fa con il Presidente USA, Barack Obama, il quale lo aveva esortato a riportare Israele ai confini prima del ’67. Una proposta che equivale a dire che Israele dovrebbe rinunciare alle sue terre in Cisgiordania, dove vivono circa 300 mila coloni ebrei. Netanyahu ha fortemente contrastato questa sollecitazione, dichiarando che i confini del pre-’67 sarebbero irrealistici, in quanto non garantirebbero la sicurezza in Israele. Obama poi aveva puntualizzato le sue affermazioni, affermando di continuare a sostenere Israele, ma ribadendo in toto il concetto per cui i palestinesi dovrebbero vedersi riconosciute le terre di Cisgiordania, perse 44 anni fa.

Ieri, davanti ai deputati Repubblicani e Democratici, Netanyahu ha confermato integralmente le sue posizioni. Israele, ha affermato, non tornerà mai ai confini precedenti al 1967, strappando un forte e lungo applauso dei Repubblicani e ha anche confermato la sua politica sull’unità di Gerusalemme, mettendo fine alle aspirazioni di chi penserebbe a dividere la città in due parti, tra palestinesi ed ebrei.

Netanyahu si è detto disponibile a fare sacrifici dolorosi per la pace, ma ha chiarito che non ha intenzione di trattare con un governo, che sarebbe la versione palestinese di Al Qaida. Il riferimento è all’accordo tra il presidente Abu Mazen e la formazione Hamas, inserita da George W.Bush nella lista delle formazioni di tipo terroristico.

Il fatto che il Congresso abbia tributato una vera e propria ovazione per Netanyahu pone in difficoltà l’amministrazione di Barack Obama, che si è sbilanciata in quest’ultima settimana in una direzione palesemente diversa da quella desiderata dai Congressmen.

Il nodo della pace tra Israele e Palestina sicuramente sarà uno dei temi caldi della prossima corsa per le presidenziali e c’è da scommettere che i Repubblicani sfrutteranno questa tematica, per mettere in dubbio le qualità di Obama di comandante in capo per la guerra al terrorismo internazionale, avendo egli invitato a una sorta di compromesso con Hamas. E su queste questioni, gli americani sono molto sensibili.

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