Alla presenza del ministro Alfano, nell’aula bunker del carcere dell’Ucciardone, dove si ricordavano i 19 anni dalla stragi di Capaci, Grasso ha anche parlato del testo della riforma della giustizia presentato dal Governo e anche qui le parole non sono state tenere: “Contesto già il fatto che si parli di riforma: non è una riforma della Giustizia ma una modifica dei rapporti tra magistratura e politica. I cittadini si aspettavano qualcosa di diverso, un testo che potesse far celebrare rapidamente i processi eliminando tutte quelle regole che ne rallentano lo svolgimento”. Ma il procuratore ha avuto anche parole di elogio verso Alfano capace di “percepire a volo le priorità” come ha fatto quando fu avanzata l’idea di “aggredire i patrimoni dei mafiosi affidando la competenza alla DDA”.
E proprio il Ministro della Giustizia ha difeso la riforma presentata dall’esecutivo; un governo che, secondo Alfano, “lavora e lavorerà sempre per garantire l’autonomia della magistratura, che sappiamo essere un presidio di legalità che non può essere toccato. Allo stesso tempo – dice il guardasigilli – ci stiamo muovendo per una separazione delle carriere, chiesta anche dallo stesso Falcone. Devo dare merito al Procuratore che è un uomo delle istituzioni che non fa sconti al Governo ma che non è al servizio di una parte politica”.