Giappone, tsunami costerà 130 miliardi di euro

Il sisma-tsunami che ha colpito il Giappone lo scorso 11 marzo avrà conseguenze devastanti persino a livello finanziario, come ha confermato l’ultima dichiarazione del Ministro dell’Economia di Tokyo, Kaoru Yosano, il quale stima in 130 miliardi di euro gli oneri per la ricostruzione. Lo stesso ministro non ha poi nascosto che non ha idea ancora di come dovrebbe essere ripagato tale ulteriore spesa, che ammonterebbe a oltre il 3% del pil.

Tra le ipotesi, ventilate dallo stesso componente dell’esecutivo, ci sarebbe la possibilità di emettere nuovi bond, ma ammette Yosano che nel caso si procedesse verso questa strada bisognerebbe prima decidere in quanti anni restituire il nuovo debito e come.

Non è affatto un mistero che il ministro sia sostenitore di un aumento dell’Iva, al fine di reperire nuove risorse per finanziare l’altissima spesa pubblica, che negli anni ha determinato un debito mostruoso, che viaggia ben oltre il 204% del pil. Anche per questo vi sarebbero parecchie titubanze a Tokyo su un ulteriore indebitamento, dato che i mercati non reggerebbero molto probabilmente a un’ennesimo collocamento di bond.

Il governo aveva già stanziato circa 35 miliardi di euro per fare fronte all’emergenza, ma a quanto pare, la cifra di cui si avrebbe bisogno sarebbe persino il triplo.

Ciò complica le difficoltà del Paese del Sol Levante, che dagli inizi degli anni Novanta si trova a vivere una lunga fase di stagnazione economica, stimolata con una politica di “deficit spending”, dagli esiti inconcludenti e disastrosi per le casse dello stato. E in questo primo scorcio di 2011, soprattutto a causa del sisma, il pil è in forte recessione.

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