C’era da aspettarselo: il suo attesissimo ritorno, che ancora prima di essere pronto e visionato era già stato dato per favorito agli Academy Awards doveva essere un trionfo nel vero senso della parola. Stiamo parlando dell’enigmatico e schivo Terrence Malick, che, con qualche mese di ritardo, ce l’ha fatta e ha vinto la Palma d’ Oro della 64° Edizione del Festival di Cannes.
Il suo film “The Tree Of Life” ha incantato e scioccato, meravigliato e perplesso, contemporaneamente, come solo la magia del cinema riesce a fare.
Il Gran Premio della Giuria, che quest’anno era presieduta da Robert De Niro, è stato vinto a pari merito da “Il Ragazzo con La Bicicletta” dei fratelli Dardenne e da “Once Upon A Time In Anatolia” di Nuri Bilge Ceylan. La miglior regia l’ha conquistata il danese Nicolas Winding Refn per il suo “Drive“, mentre la miglior sceneggiatura se l’è aggiudicata Joseph Cedar per il dramma israeliano “Footnote“.
I migliori attori sono stati Jean Dujardin per “The Artist” e Kirsten Dunst per “Melancholia“, permettendo così a Lars Von Trier di non valutare totalmente inutile questa sua “toccata e fuga” sulla Croisette. La giuria ha inoltre premiato “Polisse” di Maiween Le Besco e “Las Acias” di Pablo Giorgielli.
Emir Kusturica come già detto prima nella categoria “Un Certain Regard” ha premiato a pari merito “Arirang” di Kim Ki-Duk e “Stopped On A Track” di Andreas Dresen, mentre Michel Gondry per “Cinéfondation” ha consegnato il primo premio a Doroteya Droumeva per il suo “The Letter“.
Riconoscimenti anche per l’ Italia visto che la giuria ecumenica ha premiato “This Must Be The Place” di Paolo Sorrentino, e che il nostro Bernardo Bertolucci ha ritirato la Palma d’ Oro alla Carriera.
Chi si aspettava un Festival migliore del precedente dovrebbe potersi ritenere soddisfatto.