Per “La Repubblica” invece, si tratta di un vero e proprio “pasticcio” ed andrebbero chiariti i meccanismi che hanno portato il primo cittadino ad approvare il lavoro del Rainaldi perchè, secondo il giornale, “il bozzetto del monumento era stato inizialmente bocciato dalla soprintendenza capitolina” e rimane “un giallo” il perchè alla fine sia stato frettolosamente accettato su indicazione di Alemanno.
Pierferdinando Casini, segretario dell’Udc, non vuole si perda tempo nello “scovare il colpevole” ma è abbastanza esplicito: “Sono stato presso la stazione Termini e credo sia giusto che si proceda alla rimozione di una statua che non fa onore alla città…troviamo un’altra collocazione al monumento e facciamo una gara internazionale per realizzare un’opera degna della memoria di Giovanni Paolo II“. Il sottosegretario ai beni culturali Francesco Giro è d’accordissimo con la rimozione ma si giustifica: “Il via libera è arrivato perché non ce la sentivamo di censurare la statua ma c’erano delle perplessità”
Intanto nelle ultime ore si è svolta presso la stazione Termini una vera e propria manifestazione di protesta del movimento “Riva Destra” al grido di “Damose da fà…pe’ falla cambià“, slogan in romanesco riportato anche su di uno striscione esposto dai militanti. L’ultima e probabilmente decisiva stoccata arriva anche dai “Papaboys“, nota associazione di ragazzi cattolici che concludono così il loro parere: “Ringraziando l’autore e la fondazione Silvia Paolini Angelucci per il dono, chiediamo che il monumento venga quanto prima rimosso e spostato altrove, in attesa che piazza dei Cinquecento ospiti un’immagine degna del nostro Beato”.