Il Fondo Monetario Internazionale ha approvato un piano di 26 miliardi a sostegno del Portogallo, da ripartirsi in tre anni. Si tratta esattamente di un terzo dei 78 miliardi che Fmi, BCE e UE avevano concordato agli inizi di maggio, dando il via libera a un piano di aiuti, per evitare il tracollo finanziario di Lisbona.
Il piano di Washington era stato già messo in atto da settimane, quindi, nonostante l’arresto del direttore generale, Dominique Strauss-Kahn, il board è stato in grado di esitarlo, senza grosse difficoltà.
Da Washington si fà sapere che i 26 miliardi sono stati concessi, dietro la presentazione di un programma di risanamento da parte del Portogallo, il quale si sarebbe impegnato anche a rilanciare l’economia e a creare nuovi posti di lavoro.
In Portogallo, la concessione degli aiuti sta avvenendo in piena campagna elettorale, dato che il governo del premier socialista Socrates si era dimesso a fine marzo, dopo che era stato bocciato il suo piano di austerità, richiesto dalla UE per ottenere i prestiti. I principali partiti si sono dovuti accordare entro gli inizi di maggio, per presentare alcuni punti che tutti i partecipanti alla campagna elettorale hanno dovuto accettare, per evitare che l’Europa si trovasse dal 5 giugno in poi, data delle elezioni, dinnanzi a cattive sorprese.
L’ultima asta del Portogallo confermerebbe che, nonostante i mercati nutrano ancora parecchi timori sulla tenuta di Lisbona nel medio termine, non si possa parlare di vero panico, al pari della Grecia, registrando, infatti, aumenti contenuti dei rendimenti, dopo l’approvazione del piano europeo a sostegno delle casse lusitane.