Dati sorprendenti quelli che ieri ha diffuso l’Istat, riguardo allo stato degli ordinativi dell’industria italiana. Nel mese di marzo, gli ordinativi sono cresciuti dell’8,1% sul mese di febbraio e addirittura del 21,2% sullo stesso mese del 2010. Un vero e proprio boom, giunto forse inatteso, almeno nelle dimensioni. A tirare la volata sono state soprattutto le esportazioni, se è vero che il dato è frutto di un +15,5% dell’export e di un più modesto +3,7% della componente interna.
Per avere dati così buoni, bisogna tornare al mese di gennaio del 2006.
Nei primi tre mesi, quindi, l’aumento degli ordinativi sarebbe nell’ordine del 6,3%, un dato che conferma la ripresa della produzione industriale.
Cresce anche il fatturato, ma qui le cifre sono meno solide, per quanto positive: +2% sul mese di febbraio e +3% nei primi tre mesi dell’anno. In termini annuali, rispetto al marzo del 2010, la crescita è però del 12,2%.
A contribuire maggiormente al successo di questi numeri sono settori come la chimica, l’elettronica, la metallurgia, che crescono a doppia cifra, anche ben oltre il 20%. Non è un caso che siano gli stessi settori, di cui qualche giornoo fa documentavamo un boom delle esportazioni.
Dunque, l’Italia va e si riprende, grazie alla domanda dall’estero, il cui contributo è fondamentale, data la debolezza della domanda interna, che, tuttavia, si starebbe consolidando in termini positivi.
E’ ciò che qualche giorno fa il Centro Studi di Confindustria aveva definito come un’ “economia anemica“, per dare l’idea di un Paese, in cui la crescita sarebbe molto debole. Anche per questa ragione, si attende con molta ansia a una possibile riforma fiscale, che consenta all’impresa di rilanciare la produzione.