Suggerisci amici su Facebook: è da considerare violazione della privacy?

L’argomento violazione della privacy è di attuale interesse per tutti gli utenti che usano Internet, ma non solo. Appena ieri abbiamo parlato di come Google ormai conosca qualsiasi nostra mossa, ma nel caso del motore di ricerca più famoso del mondo, si può fare poco e niente per difendere la nostra privacy. Google dal lato suo ci mette a disposizione una vastissima gamma di prodotti, tutti forniti in maniera gratuita: Gmail, Google Talk, Google Apps, Blogger, Youtube, Strumenti per WebMaster, Google Analytics, ecc..

In cambio dei suoi servizi però, Google, scheda i suoi utenti per scopi pubblicitari.

Per quanto riguarda Facebook, una delle funzioni più usate è il “suggerisci amici“. Si tratta di uno strumento che di per sè è innocuo, ma può darsi che ci ritroviamo a suggerire ad alcuno nostri contatti, persone che magari non vorrebbero diventare famose su Facebook.

D’altronde il meccanismo di Facebook più criticato da sempre è proprio la richiesta di amicizie: si diventa amico di un conoscente, i suoi amici vi chiedono l’amicizia, poi gli amici degli amici. Avete capito ora come mai avete 1000 amici su Facebook di cui un buon 80% non avete mai visto personalmente, e di cui probabilmente avete difficoltà addirittura a ricordare il nome?

Tecnicamente parte tutto dal suggerimento di amici. Qual è il punto, allora? Tutti vogliono la protezione della privacy, ma poi sono disposti a perderla su un social network.
In realtà una soluzione per tutelare la propria privacy c’è: è sufficiente non aggiungere sconosciuti nel proprio profilo, modificare le impostazioni della privacy consentendo solamente agli amici di poter controllare le vostre foto piuttosto che la vostra bacheca, inibendone l’accesso agli estranei, o addirittura creare una lista di amici con permessi di visualizzazione e interazione ridotti rispetto alle persone che realmente conoscete.

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