Se Pierferdinando Casini smette di fare politica, per ignavia e per astuzia, decidendo di non decidere sui ballottaggi che si terranno tra due domeniche in città importanti come Milano e Napoli, non mancano gli spunti per il suo elettorato (a dire il vero striminzito a Milano, poco sopra l’1%) per decidere se schierarsi da una parte o dall’altra, e questo indifferentemente da come possano essere giudicate le proposte di ciascun candidato, che ovviamente ha un retro-terra culturale proprio e legittimo.
Tuttavia, pensare che l’elettorato cattolico possa considerare indifferente votare per Moratti, piuttosto che per Pisapia è un esercizio intellettuale, che non dovrebbe venire bene neanche a un vecchio democristiano come Casini, che ha scelto la via più comoda della libertà di voto, per non compromettersi, in caso di sconfitta dell’uno o dell’altro candidato.
Ma a sentire Pisapia, che corre per la coalizione di centro-sinistra, pare che stia facendo di tutto per allontanare da sè il voto dei cattolici. Nel suo programma elettorale, ad esempio, è scritto esplicitamente che Milano deve diventare una meta turistica per gli omosessuali, a cui la città si presterebbe bene, a suo dire, per le sue caratteristiche artistiche e culturali. E che quella dei gay sia una fissa di Pisapia lo dimostrano gli incontri ricorrenti con le comunità in rappresentanza degli omosessuali, a cui il candidato sindaco prometterebbe anche la creazione delle cosiddette “ronde gay”. Ma il centro-sinistra non era ferocemente contrario alle ronde? A sentire Pisapia, senza scadere nel leghismo, le ronde gay servirebbero per rispondere alla domanda di sicurezza nei luoghi pubblici da parte di omosessuali e lesbiche.
C’è poi l’altro cavallo di battaglia di Pisapia, ossia la comunità islamica. E in una sorta di ecumenismo laico in salsa meneghina, il candidato del centro-sinistra vorrebbe aprire sportelli comunali, per dissuadere i fedeli della religione mussulmana dal seguire rigorosamente i dettami del corano, aprendo alla comunità gay.
E a teatro, dinnanzi a una platea di omosessuali, Pisapia promette di portare in città il presidente del consiglio, per inaugurare le Olimpiadi gay; per non parlare dell’assessorato al Turismo della città, che sarebbe trasformato, nelle sue intenzioni in una sorta di sponsorizzazione di Milano come meta gay.
Gli elettori sono liberi di scegliere, così come i candidati di proporre ciò che credono. I cattolici, tuttavia, non è pensabile che si mettano in fila alle urne per il ballottaggio, a dare il loro voto alle proposte di Pisapia.