Gli “indignati” spagnoli sfidano i divieti e continuano la protesta

I giovani spagnoli in rivolta hanno sfidato questa notte il divieto, votato dalla Commissione elettorale centrale, di manifestare nei due giorni precedenti alle votazioni per le elezioni amministrative. Nessuno ha spicchettato le tende o richiuso i sacchi a pelo, anzi nel cuore della protesta, in Piazza Puerta del Sol a Madrid, questa notte si sono contate circa 25 mila persone. Non solo Madrid però, anche in Plaza Catalunya a Barcellona i giovani hanno continuato a mantenere i loro presidi. L’appello del sito “Democracia Real, Ya!” ha veramente sensibilizzato molti giovani, infatti si sono popolate moltissime piazze in altre città spagnole, come Saragozza, Siviglia, Valencia e Granada. I giovani e i lavoratori spagnoli continuano a denunciare la mancanza assoluta di prospettive di lavoro e la situazione catastrofica in cui riversa l’occupazione giovanile in Spagna. I dati più recenti fanno registrare un tasso di disoccupazione del 44% fra i minori di 25 anni, un dato che oggettivamente legittima da solo tutte queste manifestazioni popolari. Ma il movimento rivendica anche un sistema politico diverso da quello a due partiti e l’eliminazione della corruzione politica. Il giornale spagnolo “El Pais” ha espresso la sua opinione riguardo a ciò che sta accadendo, sostenendo che il governo non dovrebbe fermare coattamente le dimostrazioni pacifiche dei giovani, lasciando che la protesta vada avanti, senza che si creino maggiori tensioni.

Il partito di sinistra Izquierda Unida ha presentato un ricorso contro la decisione della Commissione elettorale centrale riguardo all’interrompere le manifestazioni. Il premier socialista Zapatero si è espresso riguardo a ciò che sta accadendo in tutta la Spagna, specificando che «si darà prova di comprensione e di sensibilità» verso gli indignati e che l’esecutivo agirà «correttamente e in maniera intelligente». Il vice-premier Alberto Rubalcaba è stato interrogato riguardo al possibile intervento della polizia per smantellare gli accampamenti dei manifestanti, ma ha risposto soltanto che «non creerà problemi dove già ce ne sono» e che sa perfettamente che cosa fare per garantire i diritti e le libertà di tutti i cittadini e l’applicazione della legge».

Il movimento sta intanto permeando sempre di più in Italia in questi giorni, spingendo a delle proteste pubbliche giovani di Pisa, Palermo, Napoli e Trieste, oltre alle città di Roma, Milano, Firenze, Padova, Torino, Bologna, dove era già previsto che ci sarebbero state delle manifestazioni.

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