E al momento Lagarde sarebbe in pole position per andare a Washington, dato che godrebbe di un consenso più ampio di altri papabili. Solo l’Olanda ieri avrebbe avanzato la candidatura del presidente uscente della BCE, Jean-Claude Trichet, anch’egli francese, ma non pare che ci siano grossi consensi sul suo nome.
Per essere nominati a direttore generale, bisognerà ottenere il consenso del 51% dei voti, che si avrebbero con un’alleanza tra USA, Europa e altri stati avanzati come Canada e Giappone. Un’ipotesi che scongiurerebbe il pericolo di passare la mano a un uomo non europeo, anzi proveniente da economie in fase di sviluppo, che inevitabilmente sposterebbe l’attenzione su aree del mondo a noi lontane.
Non è un mistero che la Cina avanzi pretese sul successore di Strauss-Kahn, così come anche il Brasile, tutti interessati a fare il loro ingresso ufficiale nel “club dei grandi della Terra”, con una nomina di tutto prestigio.
Tuttavia, le chance del ministro francese sembrano alte e potrebbe farcela anche in poco tempo.