Insomma più l’ennesima dichiarazione di intenti di un governo nazionale che per alcuni è ormai agli sgoccioli, piuttosto che qualcosa che possa spostare il consenso degli elettori nelle città chiamate al ballottaggio. D’altronde di sorprendente c’è poco o nulla, proposte oggettivamente già sentite e risentite. In ogni caso, oltre che alle opposizioni, anche all’interno dello stesso Pdl non sono piaciute le esternazioni sullo spostamento dei ministeri, riprese anche da Umberto Bossi (“due a Milano, uno a Napoli”) tanto che il governatore del Lazio, Renata Polverini, parla di “proposta insensata” e Gianni Alemanno, sindaco di Roma, direttamente di “campagna elettorale” aggiungendo di aver avuto rassicurazioni che dalla capitale non si muove proprio niente.
Non è andata molto meglio con la serie di interviste a Silvio Berlusconi (anche quelle piuttosto a sorpresa, dopo il lungo no-comment post elezioni) trasmesse quasi in contemporanea su vari telegiornali pubblici e privati e che sono state fortemente criticate da più parti, anche dal settimanale di area cattolica Famiglia Cristiana che arriva a titolare ‘‘Arroganza a reti unificate’‘. Nell’articolo di Giorgio Vecchiato si invoca l’intervento dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) e si stigmatizza: “Già il fatto che il premier irrompa nella campagna per Milano e Napoli usando le reti di sua proprietà dovrebbe far ricordare che c’è un piccolo inciampo, chiamato conflitto di interessi”.
“Di nuovo o inatteso, Berlusconi non ha detto nulla” continua il giornalista “Al più si è maggiormente avvicinato a Bossi per la faccenda della Grande Moschea, degli zingari incombenti e della sinistra inaffidabile. Copione conosciuto” e conclude strigliando anche l’atteggiamento di certa stampa: “…un giornalismo tv che non tiene dritta la schiena ma si genuflette”.
Anche il Pd, insieme a Sel ed Articolo 21, hanno manifestato oggi presso la sede dell’Agcom incontrando poi il presidente Corrado Calabrò. Quest’ultimo ha dichiarato di aver già inviato “lettere con richiesta di chiarimento a Rai e a Mediaset” e che la commissione servizi e prodotti dell’authority si riunirà all’inizio della settimana prossima per esaminare la situazione.