Il social network per professionisti LinkedIn, ieri, è sbarcato in borsa a New York, con un prezzo iniziale di acquisto di 45 dollari per azione. La performance della prima giornata è stata subito un successo così grande, che in realtà adesso gli operatori temono che il titolo possa essere esposto a crolli. Infatti, subito dopo la quotazione, le azioni sono letteralmente esplose, arrivando a raggiungere quota 120 dollari per azione, per poi scendere fino a 94,25 dollari, registrando, quindi, una crescita dal valore iniziale del 109%.
Durante la seduta, il valore delle azioni non è mai sceso sotto gli 80 dollari. Un successo che lascia prefigurare quali possano essere in prospettiva i guadagni del mercato azionario, se social network molto più di successo come Facebook dovessero sbarcare in borsa.
Eppure, gli analisti non sembrano essere parecchio soddisfatti per l’andamento di ieri. A conti fatti, il titolo sarebbe sopravvalutato. A fine seduta, LinkedIn aveva una capitalizzazione di 9 miliardi di dollari, ma a fronte di un fatturato annuo di soli 90 milioni (un centesimo). Questo valore sarebbe, quindi, 167 volte superiore all’utile operativo e 1113 volte il risultato netto della società.
Gli analisti hanno trovato che, al fine di giustificare il valore di chiusura di ieri, LinkedIn dovrebbe vedere crescere il fatturato del 50% all’anno, fino al 2015. Insomma, per anni ancora, questi valori non sarebbero giustificabili e il rischio è che si ricrei una nuova bolla speculativa, come avvenne a fine anni Novanta, con il mercato dell’high tech, che poi esplose tra il 1999 e il 2000.