Il Presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha incontrato ieri i parenti dei sette operai della Thyssen Krupp di Torino, che a fine 2007 rimasero vittime di un incendio scoppiato in acciaieria, che non potè essere nè evitato, nè prontamente domato, a causa della sicurezza insufficiente nello stabilimento.
L’incontro è avvenuto per riparare il fatto increscioso avvenuto due weekend fa, quando durante l’assise degli imprenditori a Bergamo, l’amministratore delegato della Thyssen, Herald Espenhahn (condannato a 16 anni e mezzo di reclusione, per omicidio volontario, essendo stato considerato dai giudici di Torino responsabile delle sette morti), era stato lungamente applaudito, in segno di solidarietà, da parte della platea.
La stessa Marcegaglia aveva sottolineato con orgoglio l’applauso, poi dovendo fare marcia indietro, dopo le numerose polemiche, anche interne alla Confindustria, che rimarcavano la vergogna del gesto. La reazione dei parenti dei sette operai morti era stata immediata e di sdegno.
Nei giorni successivi all’accaduto, la Marcegaglia aveva invitato i parenti delle vittime a un incontro, per porgere personalmente le scuse da parte della Confindustria e per dare spiegazioni sul “fraintendimento” che sarebbe accaduto.
E ieri, il tanto atteso incontro c’è stato. I parenti hanno raccontato le loro storie al numero uno degli industriali, la quale ha anche annunciato che chiederà al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, di istituire un premio sulla sicurezza sul lavoro, che dovrebbe essere intitolato proprio alle vittime di Thyssen.
Scuse accettate da parte delle famiglie, sebbene ieri qualcuno sottolineava ancora come quell’applauso non sia stato dimenticato e c’è chi ha definito coloro che hanno applaudito Espenhahn assassini come lui.