L’Istat ha diffuso i dati del commercio estero dell’Italia, per il mese di marzo, facendo registrare una crescita delle esportazioni dell’1,7% su base mensile e del 14,1% su base annua. Le cifre confermano la buona performance del “made in Italy”, che dopo un forte boom registrato nel 2010, prosegue la sua corsa e il rilancio di quasi tutti i settori, trainati soprattutto dal nord, in termini di valore assoluto, ma con punte di crescita più alte al sud, dove si sfiora anche il 50% di aumento delle vendite all’estero.
Se escludiamo la componente energetica, tra gennaio e marzo, il saldo della bilancia commerciale italiana sarebbe positivo per 1,9 miliardi di euro, quasi interamente determinato a marzo, che ha fatto segnare un avanzo, sempre esclusa l’energia, di 1,4 miliardi.
Buono il trend, dunque, ma le cifre risentono anche della crescita del valore delle esportazioni, con un disavanzo complessivo (prodotti energetici inclusi) pari a ben 4 miliardi di euro solo nel mese di marzo, il doppio dello stesso mese del 2010.
I saldi sono attivi con Francia, USA, Svizzera, Turchia e Spagna, mentre sono negativi con i Paesi Opec (per l’aumento dei prezzi petroliferi), Germania, Cina, Russia, Paesi Bassi.
Nel mese di marzo, la crescita maggiore tendenziale dell’export ha riguardato il settore dei metalli di base, con un boom del 33,7%, seguito da articoli e prodotti in gomme plastiche (+16,8%), prodotti chimici e apparecchi elettronici (+16,7%), così come forte è stata la crescita per gli articoli in pelle (escluso l’abbigliamento), che ha segnato un +16,5%.
Resta, quindi, positiva la dinamica delle esportazioni e conforta il dato depurato dai prodotti energetici, perchè indica quale sarebbe la situazione della bilancia commerciale italiana, se non ci fossero le rigidità legate alle importazioni di prodotti come il greggio, soggetti in questi mesi a forti aumenti dei prezzi.