Il premier Silvio Berlusconi ha deciso di rinviare la telefonata di chiarimento con Umberto Bossi, con cui avrebbe dovuto chiarire alcune incomprensioni delle ultime ore, nate in seguito al flop meneghino che vede il sindaco uscente Letizia Moratti rincorrere il suo avversario Pisapia, con un Carroccio che grida alla sconfitta, addossando le colpe al Pdl. Che il senatùr possa anche avere ragione, può essere fuori di dubbio. Il Popolo della Libertà non è una macchina organizzativa radicata nemmeno nelle realtà in cui ha il suo maggiore consenso. Il partito è sempre un peso, più che un aiuto, per qualsiasi candidato sindaco, o presidente di provincia o a governatore, perchè è del tutto ingessato da personalismi esasperati, da lotte territoriali interne e da una profonda incapacità a darsi una struttura funzionante, tali per cui si arriva a qualsiasi appuntamento elettorale col fiatone, anche in città molto favorevoli, da un punto di vista elettorale, nonchè in attesa dell’aiuto messianico di Berlusconi.
Se Bossi, dunque, avrebbe più di una ragione per sfogare la sua insofferenza verso un partito così mal strutturato, senza dirigenti in grado sul territorio di assumere decisioni ponderate, tuttavia, il premier è giustamente risentito dall’atteggiamento che il Carroccio ha tenuto in queste settimane di campagna elettorale, rimarcando le distanze dalla stessa Moratti, criticandola apertamente in piena campagna elettorale, come in occasione della sua uscita poco felice verso lo sfidante Pisapia.
Ma non è questo. Non solo. Berlusconi sarebbe stanco di un alleato che condivide i destini della coalizione solo quando c’è un’immediata convenienza a farlo, salvo poi smarcarsi se un uomo o qualche situazione non gli va giù. Certo, Bossi non aveva previsto che un’eventuale sconfitta della Moratti si sarebbe accompagnata a calo forte dei voti della Lega. Fino ad ora, quando il Pdl calava, la Lega saliva, aumentando il peso nella coalizione.
Oggi, invece, le elezioni di ieri ci dicono che questo contro-bilanciamento non c’è stato e che la Lega non potrà più sbattere i pugni sul tavolo come fino a due giorni fa, perchè la sua forza avrebbe perso il vigore dei mesi passati. E pare che Silvio ieri sera fosse così arrabbiato che non ha voluto sentire l’alleato per evitare che gli uscissero dalla bocca parole di cui si sarebbe potuto pentire.