Un altro dato che emerge dalla ricerca è che i britannici siano convinti che ad avere esercitato il maggiore peso politico, dentro l’esecutivo, siano stati i Tories e che Clegg dovrebbe rinunciare alla sua carica senza portafoglio per diventare un ministro con peso reale dentro il governo.
Insomma, dati che affrontano tutti i nodi degli scenari futuri prossimi e possibili per la Gran Bretagna. Dopo il 5 maggio, poco è politicamente come prima. I Tories avrebbero acquisito una certa fiducia di potercela fare, registrando una sostanziale tenuta alle amministrative e sono l’unico partito che può cantare vittoria sul referendum, essendosi schierato apertamente avendo fatto campagna elettorale per il “no”.
I LibDem escono a pezzi e sono molti a pronosticare un arretramento del numero di deputati alla “House of Commons”, quando si terranno le prossime politiche. Certo, le elezioni si sono tenute solo un anno fa, ma il fatto che non rientra nella storia della politica britannica la formazione di governi di coalizione lascia presagire che difficilmente il premier David Cameron completerà i cinque anni di legislatura, tenendosi pronto a chiedere lo scioglimento della Camera, non appena avrà il sentore di un vento a lui favorevole.