A Torino il risultato delle prime proiezioni dà a Fassino ben oltre il 50% delle preferenze dei votanti (53,5%): finora, se i dati fossero confermati, rappresenterebbe l’unico caso, tra i capoluoghi in cui si vota, di vittoria al primo turno. Vittoria del centrosinistra, contro un centrodestra, rappresentato da Coppola, attestato al 30%. Le proiezioni sono ancora al 25% del campione ma lo scenario che si intravede è quello di una forte distanza del preferito e di un’elezione a sindaco molto probabile di Piero Fassino, ex-segretario dei Ds. Nelle altre tre grandi città si profila lo scenario dei ballottaggi. Uno sbilanciamento dell’ago verso sinistra confermato sorprendentemente anche a Milano, culla del berlusconismo, dove la situazione è ancora sfocata, con la Moratti al 42%, dietro il vantaggio di Pisapia al 46,5%, ma dove la tendenza è di un divario della forbice in aumento con la crescita del centrosinistra e un Pisapia che raccoglie tanti voti. Anche a Bologna l’elettorato premia al momento la coalizione di centrosinistra a sostegno di Merola, che registra un 49,5% contro il 31,5% di Manes Bernardini, candidato leghista in forza al centrodestra. A Napoli si profila il testa a testa tra Lettieri (Pdl) al 43% e De Magistris (Idv) al 23,5%, seguiti da Morcone (PD) al 19%.
Intanto si discute sull’interpretazione dei risultati delle amministrative e sulla valenza che questi possono assumere rispetto alla situazione politica nazionale: per Francesco Rutelli, leader Api e cofondatore del Terzo Polo, si tratta semplicemente di “amministrative”, a cui ciascuno può dare il significato che vuole, mentre ricorda: “C’è stato solo uno che le ha volute trasformare in un referendum politico: è stato Silvio Berlusconi e, a giudicare dai dati, mi pare che stia perdendo”.
Per il premier, infatti, si trattava di una conferma personale sul suo carisma politico e sulla sua capacità di raccogliere ancora i consensi della maggioranza dell’elettorato. Una sfida che sembra non sia riuscito a vincere.