Consob ha dato il via libera all’Opa, che pertanto dovrà essere realizzata dal 23 maggio all’8 luglio di quest’anno. Questo il tempo entro cui gli azionisti che vorranno potranno vendere le loro quote ai francesi al prezzo di 2,6 euro per azione.
Nei punti del progetto francese si prevede il mantenimento della sede Parmalat in Italia, una serie di possibili fusioni infragruppo e il mantenimento dei livelli occupazionali. In soldoni, l’arrivo dei francesi non dovrebbe significare nè un licenziamento di parte degli attuali dipendenti di Collecchio, nè il trasferimento della sede o di pezzi di società altrove. Come dovrebbe avvenire molto probabilmente, ci dovrebbero essere fusioni con gli altri due marchi italiani già in possesso dei francesi, Galbani e Invernizzi, dando vita a un gruppo alimentare italiano di più vasta portata, sebbene di proprietà francese.
Il prossimo martedì, il cda di Parmalat è riunito per decidere se sollecitare gli azionisti alla vendita delle proprie azioni al prezzo indicato da Lactalis o meno.
L’operazione potrebbe costare ai francesi ben 3,4 miliardi, se tutti gli azionisti dovessero accettare l’offerta. Aggiunti ai 3,3 miliardi di euro di debiti già contratti dalla famiglia Bésnier, proprietaria di Lactalis, la società sarebbe gravata fino a 7,7 miliardi di euro.