Il rapporto debito/pil quest’anno dovrebbe attestarsi al 120%, in rialzo dallo scorso anno e in linea con le percentuali dei primi anni Novanta. Incide negativamente il basso tasso di crescita nominale del pil, non tanto la dinamica della spesa pubblica, dato che è tornato a farsi vedere l’avanzo primario, ossia la differenza tra entrate e spese, al netto degli interessi sul debito.
Nel 2011, le stime di crescita parlano di un pil a +1% sul 2010, in ribasso lieve dalla precedente stima del +1,1%. La media dell’Eurozona dovrebbe essere di alcuni decimali in più, all’1,6%. E nel primo trimestre, la crescita sullo stesso periodo del 2010 è stata dell’1%, mentre sul trimestre precedente dello 0,1%. Bene l’andamento dell’agricoltura, unico settore che ha di fatto contribuito alla crescita del pil, dato che l’industria e i servizi hanno mostrato un trend piatto.
Per quest’anno, l’obiettivo del governo resta un rapporto deficit/pil sotto il 4%, al 3,9%, ma probabilmente anche meno. Molto dipenderà dall’andamento delle entrate fiscali, che comunque si preannuncia buono.
Le esportazioni, seppure in ripresa, non hanno ancora raggiunto i livelli pre-crisi, mostrando una dinamica debole. Proprio una loro maggiore ripresa potrebbe compensare la domanda interna asfittica.