LA PROPOSTA – Secondo Garagnani, membro della commissione cultura di Montecitorio, l’importante era “inserire nel Testo unico sulla scuola il divieto di fare propaganda politica o ideologica per i professori” visto che sono molti, secondo l’esponente del Pdl, i casi in cui i professori oltrepassano questo limite “soprattutto in Emilia Romagna e tra i professori della Cgil”, mentre le sanzioni saranno stabilite in un provvedimento attuativo della legge. La proposta del deputato Pdl è quella di introdurre nel decreto legislativo del 16 aprile ’94 numero 297, un nuovo articolo, il 490-bis, nel quale si specifica per la prima volta in modo diretto che “il docente dovrà astenersi in ogni caso da qualunque atto di propaganda politica o ideologica nell’esercizio delle attività di insegnamento anche di carattere integrativo, facoltativo od opzionale”. La verifica delle contravvenzioni sarà affidata, secondo quanto spiegato dallo stesso Garagnani, al dirigente scolastico.
REAZIONI E PRECEDENTI – La proposta arriva a pochi giorni dall’attacco del Presidente del Consiglio contro i professori di sinistra della scuola pubblica, accusati di “inculcare nei ragazzi ideologie e valori contrari a quelli della famiglia“. La proposta di legge presentata oggi alla Camera, che sembra andare proprio nella direzione auspicata dal Premier, non poteva non suscitare reazioni e polemiche come quella di Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil che dichiara: “L’onorevole Garagnani ha perso un’altra occasione per stare zitto. Deve avere rispetto per gli insegnanti e per la loro funzione e deve avere rispetto per la Cgil, un sindacato che ha fatto della difesa dei valori costituzionali un proprio caposaldo. Garagnani si ricordi inoltre – ha concluso Domenico Pantaleo – che gli insegnanti non inculcano ideologie ma educano secondo i principi sanciti dalla carta costituzionale“.