Il triste risultato di quello che sembra un disinteressamento generale è che il naufragio è durato 16 giorni e che di 72 persone a bordo, 60 hanno perso la vita. La Nato è implicata in tutto ciò: sempre dalle interviste ai superstiti, è emerso che una portaerei della Nato sia passata, durante il naufragio, vicinissima all’imbarcazione dei profughi, senza però intervenire. A detta del Guardian la portaerei in questione sarebbe la “Charles De Gaulle” francese.
La Nato ha smentito ovviamente l’accaduto, dichiarando peraltro che in quei giorni l’unica portaerei nella zona era la nostra “Garibaldi“, che si trovava però a circa 100 miglia a largo; a fornire queste informazioni è la portavoce da Bruxelles della Nato, Carmen Romero. Questa smentita sembra però non essere sufficiente a fare chiarezza sull’accaduto, tant’è che il ministro Roberto Maroni chiede all’Europa di aprire un’inchiesta sull’accaduto. Oltretutto, il PD ha presentato alla Camera ed al Senato due interrogazioni parlamentari per fare chiarezza.
La smentita di Bruxelles sembra non convincere, in quanto le testimonianze dei profughi contrastano con ciò che è stato dichiarato dalla Nato. Il diritto marittimo internazionale obbliga ogni imbarcazione ad intervenire in soccorso di un’altra in caso di difficoltà ma, purtroppo, avere una norma che obblighi ad aiutare, non è bastata e già in troppi hanno pagato con la vita. Molti chiedono a gran voce un’inchiesta della Nato per individuare i colpevoli e per permettere che ciò non accada più in un momento delicato come questo.