Germania sostiene Draghi, parola di Merkel

La Germania si è sbottonata, anche se con il condizionale, e il quotidiano tedesco “Die Zeit”, vicino al partito della Cdu-Csu del Cancelliere Angela Merkel, riporta le parole del capo del governo federale, che si dice pronta a sostenere Draghi alla presidenza della BCE, in quanto persona interessante, che condivide le stesse idee sulla stabilità e solidità della politica economica dei tedeschi. Ovviamente nessun appoggio ancora certo, ma quello che è sicuro è che da oggi Draghi può a tutti gli effetti essere considerato il candidato “in pectore” a governatore della BCE e la strada che lo porterà da Roma a Francoforte sembra essere quasi del tutto spianata. Certo, mancano le conferme ufficiali, ma si sa da settimane che il Ministro delle Finanze di Berlino, Wolfgang Schaeuble, tifa ormai Draghi, dopo che la candidatura del tedesco Axel Weber era svanita. Il cancelliere, invece, in queste settimane ha preso tempo, non tanto per trovare candidati alternativi, perchè non ce ne sono (non che godano del consenso delle cancelliere europee), quanto per tirare la corda il più possibile in vista di un “premio di consolazione” il più generoso possibile per i tedeschi.

La Merkel non ha fatto mistero di puntare su due poltrone che considera strategiche per la gestione della politica economica europea: la presidenza del Financial Stability Forum, che è ora del governatore Draghi, che la dovrà lasciare in caso di nomina a governatore BCE; la presidenza della Commissione europea per gli affari finanziari, che i tedeschi vorrebbero quale contraltare a un italiano a Francoforte, per bilanciarne il peso, anche in termini di rappresentanza nazionale.

L’ultimo asso nella manica la Merkel lo aveva tirato fuori la scorsa settimana, quando aveva fatto trapelare l’ipotesi, non poco affascinante per lo stesso Draghi, di sostenere il governatore di Bankitalia alla presidenza del Fondo Monetario Internazionale. La poltrona di capo del Fmi è al momento del francese Dominique Strauss-Kahn, il quale potrebbe lasciarla nel 2012 per correre alle presidenziali francesi contro Nicolas Sarkozy. Tuttavia, gli scenari qui sarebbero più complessi, perchè la questione non sarebbe solo europea: ci sarebbe bisogno del placet del maggiore azionista del Fmi, ossia gli USA, e nessuno sarebbe al corrente delle reali intenzioni di Strauss-Kahn.

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