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Droga, Bolzano sperimenta la “liberalizzazione soft”

Published by
Bruno De Santis

Vietato vietare: è il principio cardine del metodo di Peter Koler, psicologo e pedagogista, direttore del “Centro per la prevenzione delle dipendenze e la promozione della salute” della provincia di Bolzano (per la quale lavora da dieci anni) che sta sperimentando una sorta di “legalizzazione soft” delle droghe, con risultati che sembrano dare credito al suo metodo. “Nella lotta alla droga abbiamo fallito – il pensiero di Koler – quindi è giusto pensare ad un altro approccio, diverso da quello fin qui adottato”. La sua idea è di riuscire a strappare il mercato delle droghe alle mafie e di fare in modo che il consumo avvenga all’interno di un percorso sanitario che porti poi alla riduzione del bisogno. Non è una legalizzazione quella che ha in mente Koler ma solo un tentativo di eliminare il potere della criminalità organizzata sulla droga: “Si può dare la sostanza alle persone che hanno già sviluppato una tendenza, rimanendo all’interno di un percorso sanitario. Si deve togliere alle mafie quei soldi e con la cannabis legalizzare la coltivazione privata. Bisogna convivere con l’abisso, accettarne il rischio, perché evitarlo è inutile”.

RISULTATI POSITIVI – Il metodo sembra avere effetti positivi e a dimostrarlo sono i dati sul consumo di alcolici, tabacco e cannabis, che è in calo tra i giovani. Il primo progetto, denominato “Lanc”, è stato avviato nel 2002 da alcuni centri e circoli giovanili di lingua tedesca, in collaborazione con il Forum Prevenzione, ed era incentrato soprattutto sul consumo di alcol che, secondo quanto afferma Peter Koler, è il problema più grave nella zona. A spiegare il metodo adottato è lo stesso psicologo: “Abbiamo fatto un patto: loro possono bere quel che vogliono, ma solo a gradazione ridotta. È dimostrato che l’aggressività cresce con l’aumento del livello di gradazione. Il nostro motto è ‘bevi responsabile’. Abbiamo poi chiesto ai Comuni di organizzare un servizio di minibus notturno e siamo riusciti a ridurre drasticamente il numero di incidenti del sabato sera”.

Stessi ottimi risultati ottenuti anche con la dipendenza da fumo, per la quale il metodo è simile: si lascia la libertà di fumare e si cerca di ridurre progressivamente il numero di sigarette fino a che sono gli stessi ragazzi a decidere di smetterla con il tabacco. Il metodo funziona allo stesso modo con la cannabis e, visti i risultati positivi, sarà esportato anche in Austria, in Germania e a Reggio Emilia.

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Bruno De Santis