LA FATWA – L’imam ha cercato di spiegare la sua posizione, sostenendo che non chiede ai fedeli di essere contro gli omosessuali ma di trovarsi in difficoltà a votare una persona come Vendola: “Non sono contro gli omosessuali – la spiegazione di Ali Abu Shwaina – ma non posso dare il mio voto a loro: Vendola può fare quello che vuole perché non vive in una società musulmana, ma io non posso dare loro la mia preferenza nella cabina elettorale. Ed è per questo che ho chiesto anche di non votare Davide Piccardo: come imam ritengo che votare questo candidato è peccato. Ritengo anche giusto votare a sinistra, perché lì troviamo posizioni più vicine alle nostre, ma non candidati di Sel”.
LE REAZIONI – A commentare la posizione di Ali Abu Shwaima è lo stesso Davide Piccardo: “Trovo scorretto da parte dell’imam di Segrate emettere una sorta di fatwa nei nostri confronti. Ma si tratta di una posizione isolata e ho già ricevuto la solidarietà e l’appoggio di molte altre moschee”.
E in effetti la fatwa non è condivisa da gran parte della comunità islamica del capoluogo lombardo. Prendono le distanze dalle dichiarazioni di Ali Abu Shwaina, il segretario della moschea di Cascina Gobba, Abu Bakr Geddouda, e l’Unione delle Comunità islamiche in Italia (Ucoi). Geddouda ritiene sbagliata la posizione assunta da Ali Abu Shwaima perché “non si possono giudicare i candidati per la loro vita privata, ma solo dal loro programma”. Sulla stessa lunghezza d’onda è anche Fouad Selim, membro del direttivo Ucoi che dichiara: “Noi appoggiamo quei candidati che si dimostrano sensibili ai nostri problemi, non importa se di destra o di sinistra. Mi sono trovato a disagio quando ho assistito alle affermazioni dell’imam contro Piccardo”.